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Salviamo l’Artico!

Ho saputo della campagna di Greenpeace grazie ai Radiohead: stavo andando al loro concerto a Roma (in autobus dato che hanno chiesto di non andare in macchina ) e ho letto che ci avrei trovato anche il chiosco di Greenpeace e pefino una orsa polare,  Paula, che stava andando in tour con loro per supportare la campagna “Salviamo l’artico”.

Paula a Capannelle davanti al palco dei Radiohead

Thom Yorke e’ molto impegnato nel supporto di cause legate ai problemi del nostro pianeta e la band sta supportando davvero questa campagna: Greenpeace  li accompagnerà in tutto il tour e gli attivisti raccolgono le firme tra tutte le persone in fila ai concerti . La canzone dei Radiohead “Everything in its right place” e’ anche la colonna sonora del video di lancio della campagna, bellissimo, a cui vi chiedo di dedicare 1:36 per vederlo al link qui sotto:

http://youtu.be/4XpF04nximI

Questa campagna e’ davvero di importanza fondamentale: le grosse compagnie petrolifere guardano all’artico come a un territorio vergine per trivellazioni a profondità mai raggiunte prima per estrarre nuove tonnellate di petrolio: ma possiamo fermarle: per questo ho scritto questo post chiedendovi di firmare anche voi a questo link:
http://www.savethearctic.org/

Se avesse firmato a un concerto dei Radiohead ecco cosa Thom vi avrebbe scritto via mail per ringraziarvi (prendo in prestito le sue parole perche’ sono molto meglio delle mie – perdonate la traduzione): “grazie per aver firmato per proteggere l’Artico. Dobbiamo fermare i giganti del petrolio che premono sull’Artico. Una trivellazione nell’Artico devasterebbe questa regione di una bellezza da togliere il fiato, e bruciare quel petrolio significherebbe solo aggravare il nostro problema più grande: il cambiamento climatico. Ecco perche’ supporto questa campagna”

La campagna “Salviamo l’Artico” è già stata firmata da 2.115.203 di persone nel mondo, l’obiettivo e’ raggiungere i 3 milioni: facciamolo succedere!


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Ritorno alla terra

“Back to the Earth” e’ un libr0 di Vandana Shiva, una donna indiana che ho visto per la prima volta in televisione ospite di Fazio a “che tempo che fa” e che parlava di argomenti che mi stanno a cuore: la biodiversita’ , la globalizzazione , il peak oil: ha nominato il libro (Ritorno alla Terra, Fazi Editore) e sono andata in libreria a comprarlo.

Se vi capita di vederla sappiate che questa donna e’ molto di più di una simpatica signora in abiti tradizionali indiani: la si potrebbe definire una attivista di un movimento ecologista, una femminista, una guru: e’ prima di tutto una scienziata e sicuramente e’ una autorità in India in materia di difesa del territorio, economia sociale, agricoltura e biodiversità.

Vandana ha fondato nel suo paese una organizzazione chiamata Navdanya che e’ una cooperativa di poccoli coltivatori (piu’ di 500.000 famiglie di coltivatori in 16 stati dell’India) che ha letteralmente la missione “di proteggere i diritti umani e della natura alla conoscenza, la biodiversita’, l’acqua e il cibo”.


Navdanya (letteralmente : nove semi) e’ anche una vera e propria “banca dei semi” per preservare e diffondere il patrimonio costituito dalla enorme varietà di sementi adoperato tradizionalmente dai piccoli coltivatori Indiani, che è stato messo a repentaglio dall’avvento della cosi detta “Rivoluzione Verde” (il nome, non fatevi ingannare, e’ una beffa!): l’applicazione con l’appogio governativo e su larga scala dei nuovi metodi di agricoltura industriale importati dai paesi occidentali – in pratica imposti agli stessi paesi dalle multinazionali (Monsanto, Cargill) che impongono agli agricoltori le sementi (rigorosamente “sterili”) che si devono usare.

Il cuore del libro e’ proprio l’analisi di questo confronto: Agricoltura Industriale vs. Agricoltura locale : un confronto sulla vera sostenibilità dei due metodi di produzione, basato su dati e statistiche e quindi molto serio e concreto.

Non e’ solo la “Agricoltura Industrializzata” ad essere analizzata, ma anche l’Industria del “Bio”, termine abusato al giorno d’oggi, l’industria dell’Auto, l’Allevamento Intensivo e il traffico dei “certificati verdi” tra paesi industrializzati che e’ il vero punto debole del “protocollo di Kyoto”: un meccanismo per il quale le emissioni di CO2 di un paese sono “scontabili” se lo stesso acquista questi particolari “buoni sconto” da chi inquina meno!

Ritorno alla terra e’ un vero testo di base per chi voglia farsi una idea piu consapevole, e costruttiva, su quale sia la vera sfida che attende l’umanita, per rendere la sua vita su questo pianeta davvero “sostenibile” tenendo a mente quello che Einstein sosteneva e che la dott.ssa Shiva ci ricorda:

“Non si puo risolvere un problema usando lo stesso schema mentale di chi lo ha creato”

Da non perdere!